La Scuola dell’Educazione Inclusiva

 

Eccone una definizione:

“Una scuola che ‘include’ è una scuola che ‘pensa’ e che ‘progetta’ tenendo a mente proprio tutti.

Una scuola che non si deve muovere sempre nella condizione di emergenza, in risposta cioè al bisogno di un alunno con delle specificità che si differenziano da quelle della maggioranza degli alunni ‘normali’ della scuola.

Una scuola inclusiva è una scuola che si deve muovere sul binario del miglioramento organizzativo perché nessun alunno sia sentito come non appartenente, non pensato e quindi non accolto.”

La parola “inclusione” è entrata da poco nel nostro sistema educativo e questo è avvenuto, principalmente, per adeguarsi alla terminologia internazionale.

In molti paesi europei, infatti, si usa il termine inclusion per indicare, in generale, un processo che porta all’istruzione degli alunni con disabilità nelle classi comuni, quindi sostanzialmente simile alla nostra integrazione.

Sarebbe riduttivo usare inclusione come sinonimo di integrazione, anche se certamente tra i due termini non c’è la frattura logica e culturale che ha segnato il passaggio da inserimento a integrazione.

I passaggi nella storia della scuola:

– dalla scuola che escludeva la disabilità;

– al tentativo della scuola di costituire strutture che accogliessero gli alunni con handicap, come le scuole speciali, ma che di fatto li segregavano;

– alla scuola che integrava questi alunni, i quali, tuttavia rimanevano all’interno di una cerchia chiusa, poiché si richiedeva alla persona con difficoltà (disabile, straniero, disagiato, etc.) di adattarsi all’ambiente, di cambiare il proprio comportamento per rimanervi all’interno;

– fino alla scuola dell’inclusione per cui il concetto è che all’interno della scuola ognuno rimane del suo “colore”; l’azione è reciproca: non solo l’alunno cerca di conformarsi all’ambiente, ma è anche il contesto che si adatta alla situazione dell’alunno, accettando comportamenti e  modalità diverse.

L’inclusione deve essere intesa come un’estensione del concetto d’integrazione, poiché coinvolge non solo gli alunni con disabilità, formalmente certificati, ma tutti i compagni, con le loro difficoltà e diversità.

Una SCUOLA più INCLUSIVA, allora, è quella che:

• Riconosce e valorizza le differenze (tutte) di tutti gli alunni;

• Si fonda sull’equità;

• è metodologicamente efficace ed efficiente.

Oggi, nella scuola italiana, si presta particolare attenzione agli alunni con Bisogni Educativi Speciali, ossia in generale a coloro che per vari motivi, anche temporanei, non rispondono in maniera adeguata alla programmazione della classe e richiedono, quindi, una forma di aiuto aggiuntivo.

Oggi, nella scuola italiana, si presta particolare attenzione agli alunni con Bisogni Educativi Speciali, ossia in generale a coloro che per vari motivi, anche temporanei, non rispondono in maniera adeguata alla programmazione della classe e richiedono, quindi, una forma di aiuto aggiuntivo.

Chi sono i BES?

Secondo la Direttiva Ministeriale 27/12/2012 e la successiva c.m. 8 del 6/03/2013, gli alunni BES sono riconducibili a tre categorie principali:

  • quella della disabilità;
  • quella dei disturbi evolutivi specifici;
  • quella dello svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale.

La mappa che segue schematizza efficacemente le categorie rientranti all’interno dei Bisogni Educativi Speciali; sintetizza in quali casi è prevista una certificazione e quali sono i documenti che la scuola deve predisporre.

Mappa BES

 

I BES, pertanto, sono:

• Alunni con disabilità (psicofisica, psichica, sensoriale, etc.) certificati da una UVMD (unità di valutazione multifunzionale) e che hanno diritto ad un insegnante di sostegno;

• Alunni con una certificazione o diagnosi clinica (rilasciata da un centro abilitato) che segnala: disturbi evolutivi specifici, quali Disturbi del Linguggio, Disprassia, Disturbo non verbale, Disturbi Specifici di Apprendimento (ossia DSA, che comprende Dislessia, Disortografia, Disgrafia, Discalculia), oppure disturbi del comportamento (ipercinetismo, aggressività, depressione, etc) per tutti questi non è previsto alcun insegnante di sostegno;

• Alunni che presentano situazioni di disagio sociale, identificati dal consiglio di classe.

Rispetto all’ultima categoria è bene dare una definizione di DISAGIO SOCIALE:

“Il disagio sociale, dal punto di vista psicologico, consiste in varie forme d’inadeguatezza dell’individuo rispetto al sistema sociale in cui vive, che lo portano a uno stato di sofferenza o all’assenza di benessere”.

Quali sono gli indicatori che possono segnalarci la presenza di un reale disagio?

a) il protrarsi nel tempo di azioni disturbanti;

b) l’incapacità di gestire e controllare queste azioni;

c) la presenza (o non) di fattori scatenanti;

d) la non consapevolezza dell’azione messa in atto.

 

Quali strumenti sono utilizzati con gli alunni BES? (1)
TIPOLOGIA STRUMENTO CHI LO FA DI CHI è LA Responsabilità
Disabilità/l.104 PEI (piano educativo personalizzato) Il Consiglio di Classe/ Team docenti in stretta collaborazione con insegnante di sostegno    Il Consiglio di
Disturbi evolutivi specifici e comportamentali PDP (piano didattico personalizzato) Il Consiglio di Classe/ Team docenti Classe/TeamDocenti nel loro insieme
Disagio sociale PDP (piano didattico personalizzato) Il Consiglio di Classe/ Team docenti  
Quali strumenti sono utilizzati con gli alunni BES? (2)
STRUMENTO RISULTATO FINALE VALUTAZIONE
PEI per obiettivi minimi Passaggio all’anno successivo con promozione. Su standard minimi della classe previsti per ogni singola competenza. 
PEI per obiettivi differenziati(personalizzati) Passaggio all’anno successivo certificazione delle competenze. Su standard personalizzati anche al di fuori delle competenze previste. 
PDP per DSA, ADHD Passaggio all’anno successivo con promozione. Sugli standard della classe (anche minimi). 
PDP per Disagio Sociale Passaggio all’anno successivo con promozione. Sugli standard della classe (anche minimi). 

Tutti inclusi, nessuno escluso!

Iter da seguire per: Richiesta di valutazione sospetto DISABILITÀ (da parte della scuola)

PRIMA FASE
  • Gli insegnanti compilano una SCHEDA SEGNALAZIONE in cui riferiscono le difficoltà che l’alunno sperimenta a scuola da un punto di vista cognitivo e/o relazionale.
  • Invitano i genitori per informarli e suggerire loro l’intervento di un neuropsichiatra che valuti la situazione e fornisca la diagnosi che permette di attivare le procedure.
  • Gli esercenti la potestà genitoriale possono avviare l’iter per la valutazione e la certificazione del proprio figlio/a, tramite la Scuola, firmando un atto di consenso a procedere .
  •  La scuola, acquisito il consenso e con la scheda di segnalazione/presentazione dell’alunno, compilata e firmata dal Team docenti/ Consiglio di classe, si rivolge entro il 30 novembre alla Neuropsichiatria di zona e attiva l’iter (Il rispetto di tale data consente di effettuare la valutazione e concludere l’eventuale procedimento per l’individuazione di alunno in condizione di disabilità in tempo utile per la definizione degli organici).
  • Da questo momento in poi, il genitore sarà l’unico referente. Diversamente il genitore, senza la griglia di osservazione degli insegnanti, può rivolgersi direttamente all’ASL ed attivare le procedure.
SECONDA FASE: dopo la certificazione.
  • L’alunno di nuova certificazione si presenta a scuola all’inizio dell’anno scolastico (previo deposito in segreteria da parte dei genitori dei documenti riguardanti la certificazione).
  • Tutti gli insegnanti (eventualmente, se esistono, anche l’assistente ad personam, l’assistente sociale , il fisioterapista, lo psicomotricista ecc.), il dirigente, il neuropsichiatra e i genitori devono concorrere a compilare il PEI entro il 30 di Novembre e firmarlo. Di fatto è l’insegnante di sostegno che si occupa materialmente di stenderlo chiedendo collaborazione agli altri insegnanti e alle altre figure sopracitate.
  • Inoltre entro il 30 Novembre almeno l’insegnante di sostegno ed il coordinatore (anche se sarebbe preferibile la presenza di più insegnanti) devono presenziare all’incontro per il PEI che si tiene presso la neuropsichiatria. La data dell’incontro viene chiesta dalla segreteria della scuola all’inizio dell’anno scolastico.  Gli insegnanti dovranno presentarsi muniti “ALLEGATO E” all’accordo di programma, che dovrà essere compilato dai presenti all’incontro e successivamente portato in segreteria, da allegare al PEI. 

Iter da seguire per: Richiesta di valutazione sospetto DSA

PRIMA FASE (da parte della scuola)

La scuola riconosce le difficoltà nel percorso di apprendimento il più precocemente possibile;

predispone specifiche attività di recupero e di potenziamento e ne mette al corrente la famiglia;

se tali interventi non dovessero produrre i miglioramenti attesi, invita la famiglia a richiedere una valutazione clinica per accertare eventuale presenza di Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Nel caso si manifestassero perplessità da parte della famiglia, si possono consegnare schede di osservazione e/o prove oggettive, che comprovano le osservazioni fatte o comunque si ribadiscono le evidenze riscontrate nella quotidianità che possono far pensare a un DSA e che appaiono persistenti, nonostante adeguate attività di recupero didattico mirato;

acquisisce il consenso scritto degli esercenti la patria potestà affinché venga richiesta ai servizi sanitari una valutazione diagnostica riguardante gli eventuali disturbi specifici di apprendimento ( ALLEGATO 1)

se la famiglia intende procedere su segnalazione della scuola, gli insegnanti di classe redigono la RICHIESTA DI VALUTAZIONE PER SOSPETTO DSA (ALLEGATO 2), lo consegnano in segreteria insieme al CONSENSO dei genitori;

la segreteria lo trasmette all’ASL.

N.B. La scuola, durante tutto l’iter di valutazione, supporta la famiglia, garantisce e promuove il raccordo tra i soggetti coinvolti. Nel caso di alunni stranieri è opportuno segnalare solo dopo tre anni di scolarizzazione in Italia e soprattutto quando risulti significativa la discrepanza tra competenze di linguaggio orale e quello scritto.

RICHIESTA DI VALUTAZIONE (da parte della famiglia)

Nel caso la famiglia decida autonomamente di richiedere una consulenza per il figlio è importante che la scuola si renda disponibile a consegnare agli operatori, tramite la famiglia, le prove didattiche, le osservazioni rilevate in classe e relative specificatamente al processo di apprendimento. (Decreto 5669 del 12.07.2011 art. 1 e 2; L.170/2010 art.3).

A CHI INDIRIZZARE?

STRUTTURE PUBBLICHE di riferimento del proprio territorio: prioritariamente NPIA (neuro psichiatria infanzia adolescenza) per la scuola primaria;

neuropsichiatria dell’ASL a partire dalla scuola secondaria di I° grado. AGENZIE PRIVATE ACCREDITATE A PRODURRE DIAGNOSI PER DSA che garantiscano il percorso valutativo da parte di una EQUIPE MULTIPROFESSIONALE (NPI, Psicologo, Logopedista). SI VEDA ELENCO AGENZIE ACCREDITATE. Ovviamente i costi sono a carico delle famiglie. La certificazione, redatta su modello regionale ( ALLEGATO 3) può essere firmata da un solo rappresentante dell’Equipe multiprofessionale, NPI o Psicologo.

SECONDA FASE (dopo la certificazione)

Dopo che la NPIA o l’agenzia accreditata ha redatto la certificazione, la invia alla scuola o la rilascia alla famiglia che la consegna alla scuola;

la certificazione viene inserita nel fascicolo personale dell’alunno;

il Dirigente Scolastico informa il Referente DSA e consegna copia della certificazione al coordinatore di classe, il quale la condivide con il gruppo dei docenti;

il Team dei docenti o il Consiglio di Classe consulta la diagnosi, la famiglia ed eventualmente uno o più professionisti che hanno partecipato al percorso diagnostico,

il Team docenti, in riunione appositamente convocata redige il PDP garantendo l’applicazione delle misure indicate nella certificazione diagnostica.

Ogni docente esplicita misure dispensative e strumenti compensativi, modalità di verifica e criteri di valutazione per ciascuna delle proprie discipline; il PDP vene condiviso con la famiglia che esplicita i contenuti che la riguardano affinché siano integrati nel documento;

tutti i docenti sottoscrivono il documento così come i genitori;

il Dirigente Scolastico firma la versione definitiva del PDP e fa inserire copia nel fascicolo personale dell’alunno;

ciascun docente attua quanto previsto dal PDP per la propria disciplina, sia durante l’anno scolastico sia nelle valutazioni finali. Lo svolgimento degli Esami di Stato è regolato da apposita normativa (Circolare Ministeriale 31 maggio 2012 n. 48 Decreto del Presidente della Repubblica 22 giugno 2009 n. 122 Ordinanza Ministeriale 29 maggio 2015 n. 11 – art.23)

Il Team docenti verifica periodicamente l’efficacia delle misure adottate, rendendosi disponibili per incontri di monitoraggio in itinere con la famiglia. Se necessario, predispongono adattamenti/modifiche a quanto previsto dal PDP.

Il PDP viene rivisto ogni anno scolastico (entro il 30 novembre), in relazione al percorso di crescita dell’alunno e all’eventuale aggiornamento del profilo funzionale.

Per chi volesse approfondire, si consiglia la lettura di:

LINEE GUIDA DSA;

Mappa BES.

Indicatori e griglia per la rilevazione BES.

DOCUMENTI PER ALUNNI CON DISABILITA’ E BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

PDP ALUNNI STRANIERI

PDP STRANIERI